Ecco il report sulla nostra esperienza ai Campionati Mondiali di Ciclomeccanica di Milano, redatto dalla gentile Lisa e pubblicato anche sul
blog di Wired.it curato da Matteo Scarabelli, a tema ovviamente bicicletta!
Il report è stato farcito con le foto trovate sull'
evento Facebook, grazie a chi le ha fatte e soprattutto condivise!
Una trasferta modenese non può che iniziare con una gioviale colazione
preparata dalla nonna (in realtà l'ha cucinata la mamma ma nella trama
stona) composta da 3 toast, caffè, una leggerissima crostata fatta in
casa e succo di frutta... la quantità è bastata anche per il pranzo. La
destinazione della nonna era la messa delle 8 e solo adesso ci rendiamo
conto quanto sia stato di buon auspicio. Lasciandoci alle spalle la
grigia Pianura Padana ci siamo diretti verso Milano che ci ha accolto
con il sole: incredibile, come la cornice della Cascina Monluè,
nascosta in un quartiere industriale, luogo scelto per il Campionato di
ciclomeccanica 2013, che svela un antico borgo con al centro una costruzione rurale, un ampio portico esterno e il prato.
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La splendida location |
Scaricati gli estrattori, centraruote, grasso, ago, filo e
stoffe abbiamo raggiunto gli amici della ciclofficina di Modena arrivati
in furgone la sera precedente e già al lavoro nell'organizzare la
postazione di gara. Prima tappa: iscrizione del gruppo con il nome
“Umarells” e ordinazione dei panini per il pranzo che lo staff ha
gentilmente organizzato per un prezzo popolare. Seconda tappa:
travestimento degli uomini del gruppo in perfetti Umarells con tanto di
allestimento a tema dello spazio lavoro della gara; le ragazze hanno
organizzato l'angolo sartoria per avere gli “attrezzi” pronti all'uso.
Terza tappa: supervisione e mappatura del tunnel interno alla
cascina dove erano stati posizionati e numerati i cadaveri ciclistici da
resuscitare (una zombie bike); i meccanici-Umarells hanno
valutato e poi individuato le carcasse in condizioni al limite
dell'impossibile ma non per le loro capacità di tecniche
ciclo-meccaniche.
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Gli umarells |
Quindi dopo la lettura del regolamento con tanto di megafono, i
rappresentanti di ogni gruppo concorrente (quindi 30 persone circa) si
sono diretti alla cancellata per la gara di corsa, che in base
all'ordine di arrivo nel tunnel dava la precedenza alla scelta della
bici da sistemare. I gruppi partecipanti erano composti da
generi di persone molto diverse tra loro: adolescenti, famiglie con
figli (quest'ultimi hanno battuto tutti gli altri concorrenti nella gara
di corsa arrivando primi nell' accaparrarsi le biciclette scelte),
persone diversamente abili, un'alta presenza femminile e il gruppo di
musicisti polistrumentisti che ha allietato tutta la giornata.
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3000 siepi |
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altro che iPod e dj-set.. |
I corridori modenese si sono fatti soffiare sotto il naso la
bici che avevano individuato dai ragazzini e quindi si sono dovuti
accontentare della bici a lato e ripensare i piani d'azione: da
regolamento avevamo 5 ore per rendere chiccosa e funzionante una o più
bici. Le sarte hanno cominciato a sfoderare stoffe colorate, materiali
diversi, accessori,provando abbinamenti sulla bici scelta,
confrontandosi con i meccanici su quali parti ritenevano utile rivestire
e prese le misure i meccanici hanno cominciato l'intervento “a
telaio aperto” e tutto questo sotto la sorveglianza degli Umarells che
scettici scambiavano pareri e opinioni sulle eventuali riparazioni in
atto.
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Testa bassa e lavorare |
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I dettagli sono importanti |
La competizione prevedeva penalità per ogni componente nuovo
utilizzato quindi noi abbiamo scelto la via più ecologica e ci siamo
riforniti sempre e solo nella montagna di ricambi usati messi a
disposizione dallo staff. La sensazione di integrare le arti e i
mestieri apre a nuove visoni, così con un ago e filo in mano e i
meccanici di bicicletta l'associazione non era immediata per chi passava
per curiosare. Mancavano ancora due ore al termine della gara
quando gli Umarells finiscono la prima bici senza sudare e sporcarsi la
camicia; mentre le sarte continuavano a cucire le stoffe per i
rivestimento, i meccanici hanno scelto la seconda bicicletta da
restaurare e deciso di trasformare una tristissima mountain-bike in
una coloratissima dirt-bike terminata allo scoccare delle 5 ore.
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Milano è anche capitale della moda |
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Un altro momento importante della giornata |
La scelta sartoriale si è orientata sullo stile city-punk,
utilizzando una stoffa scozzese e applicazioni metalliche, anche i
meccanici hanno voluto dare il loro apporto stilistico anche se spesso è
rimasto incompreso (il taglio asimmetrico della stoffa sul cestino non è
piaciuto ad Aaron). Consegnate le bici i gruppi dovevano
ripulire la propria area di lavoro (il regolamento prevedeva un penalità
nel caso non venisse svolto) ed infine carichi di una lenta, creativa e
allegra giornata ci siamo distesi sul prato al sole in attesa del verdetto insindacabile della giuria sorseggiando la birra artigianale messa a disposizione.
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Il sole in attesa di premiazioni e asta di beneficenza |
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Presentazione delle bici |
Abbiamo vinto.
Tre coppe.
Tra le quali la più ambita: la Sheldon Brown 2013.
La dovremmo riportare il prossimo anno... ma ci stiamo pensando... se farlo....non ditelo a nessuno.
Tutto il resto è storia.
Se volete scoprirlo, partecipate!
Un sentito grazie al Tric&Trac, per averci dato i vestiti che hanno reso perfetti gli umarells!
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