Dal sito: http://www.mobilitanuova.it
L’Italia ha ipotecato il futuro delle opere pubbliche e della
mobilità approvando progetti per nuove autostrade e nuove linee ad alta
velocità ferroviaria che costeranno complessivamente oltre 130
miliardi di euro, offriranno ulteriori occasioni di business alla
malapolitica e alla criminalità organizzata, sottrarranno al Paese
territorio e bellezza spesso senza offrire un servizio migliore alla
collettività.
Per soddisfare la domanda di mobilità del 2,8% delle persone e delle merci (è questa la quota di spostamenti quotidiani superiori ai 50 chilometri) si impegna il 75% dei fondi pubblici destinati alle infrastrutture del settore,
mentre all’insieme degli interventi per le aree urbane e per il
pendolarismo (dove si muove il 97,2% della popolazione) lo Stato destina
solo il 25% delle risorse, puntando spesso e ancora una volta su nuove
strade, tangenziali e circonvallazioni piuttosto che sul trasporto
collettivo o su quello non motorizzato.
C’è un’urgente necessità di riorientare le risorse pubbliche
concentrando la spesa laddove si concentra la domanda di mobilità e
nello stesso tempo va avviato un radicale ripensamento del settore dei
trasporti, sostenendo attraverso scelte strategiche le persone che
quotidianamente si muovono usando i treni locali, i bus, i tram e le
metropolitane, la bici e le proprie gambe e dando l’opportunità a chi usa l’automobile di scegliere un’alternativa più efficiente, più sicura, più economica.
La #MobilitàNuova si propone di avviare una trasformazione e una
rigenerazione della società che va molto al di là della semplice
trasformazione degli stili di mobilità individuale e punta a un deciso ridimensionamento del binomio auto+altavelocità.
[...]
Sabato 4 maggio a Milano manifestiamo per imporre ai decisori politici una rivoluzione della mobilità che parta proprio da un riequilibrio delle scelte politiche e delle risorse pubbliche destinate al settore dei trasporti, dando insieme visibilità e sostegno alle vertenze nazionali e locali contro quelle opere pubbliche stradali, autostradali e ferroviarie inutili e dannose per il Paese.
Mentre a partire dal 4 maggio lanceremo insieme una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare (obiettivo un milione di adesioni) che vincoli almeno i tre quarti delle risorse statali e locali disponibili per il settore trasporti a opere pubbliche che favoriscono lo sviluppo del trasporto collettivo e di quello individuale non motorizzato.
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