E' valsa davvero la pena d'esserci a pieve Santo Stefano, un paesino dell'alta Val Tiberina che ricorda certi sfondi davinciani, colline scoscese, una miriade di verdi di alberi diversi. Così risulta ancor più sorprendente, quando ti ricordi che qui non ci sei venuto a funghi, e trovi questo cuore vitale, prezioso e non chiassoso dell'Archivio dei Diari. Migliaia di pagine raccolte e conservate, un sacco di attività culturali e artistiche collegate e rapporti con l'intero mondo.
Alla "tavola rotonda" dell'11 settembre c'erano un insieme di personaggi ragguardevoli, dei quali, volendo, si può trovare qualcosa qui in internet, visto che sono davvero più che attivi. Hanno parlato, a partire dalla loro esperienza, della nascita e della parte concreta del proprio lavoro per cui, ecco una piccola sintesi:
- Anna Iuso, una donna che è un vanto per il nostro genere; efficace, rapida e appassionata, un insegnante di antropologia che da un ventennio si occupa di autobiografia, tra l'Italia e la Francia. E' vicedirettrice della rivista "Prima Persona", giornale emanazione dell'Archivio.
- Andrea Ciantar, responsabile del progetto "European Memories" si occupa di mettere insieme le esperienze di raccolte autobiografiche in Europa.
- Philippe Lejeune, uno dei maggiori esperti internazionali di autobiografia e creatore del "Association pour l'autobiographie et le Patrimoine Autobiographique" in Francia. Raccoglie testi da vent'anni, collabora con la Bibliotheque Nationale de France.
- Luca Novarino un ragazzo che ha deciso qualche anno fa, insieme ad amici, di cercare di farsele raccontare le storie dalle persone: video interviste condensate in spezzoni da 5 minuti, e raccolte sul web in Memoro. Il progetto Memoro è "esploso", seguito da un libro edito da Einaudi e "filiali" collegate sparse per il Pianeta.
- Alessandro Triulzi, africanista insegnante all'Orientale a Napoli, fondatore di "Asinitas" un'associazione che si occupa di formazione e integrazione di migranti. "Asinitas" insegna l'Italiano agli stranieri attraverso l'ascolto dei racconti e storie, tutti raccolti in un "Archivio di memorie migranti". Ne è nato anche un documentario.
Tanti modi diversi.. Nella memoria e nell'oblio, sta tanto. Sta quello che noi chiamiamo identità. Come persone. Come culture. Sta la nostra capacità di raccontarci o di racconrtare una storia. La nostra capacità di raccontarci l'esperienza come fosse una storia. Per tirarla fuori e renderla digeribile. Per ridere. Per superare un lutto. Un dolore. Per rendere, come ha detto Triulzi dicibile l'indicibile.
Sono davvero felice che qualcuno di Pieve venga da noi.
... ah, sapete dove stava il libro "In bicicletta - ..."? Sulla canna di una ciclo d'altri tempi , che faceva vetrina nella libreria della manifestazione! Una meraviglia!
Tornandomene a casa pensavo a quanto stanno vicine le cose.. anche quando non ce ne accorgiamo.
Chiunque dopo aver messo il posteriore sulla sella e aver pedalato per un po' , sa che mezzo magico sia la bicicletta per ricordare e dimenticare. Quanta memoria e quanto oblio. Ci piace anche per questo.
Sto propio ora ascoltando una registrazione dell'evento alla radio. Sono tutto orecchi. Grazie dell'interessante resoconto.
RispondiEliminaImmagino la bicicletta nella libreria.
Questa è la parte "semplice", semplicemente esposta. Ascolta con attenzione "Asinitas" (di Triulzi)
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